Rivista n. 46

Three police tactics that lead to killing and how police training can be reformed

di Randall Collins

Il pestaggio mortale di un giovane uomo di colore, Tire Nichols, da parte di un gruppo di agenti di polizia a Memphis, negli Stati Uniti, il 7 gennaio 2023, mostra la replicazione dei medesimi schemi utilizzati dalla polizia in altre atrocità. Processi e condanne di ufficiali altamente pubblicizzati dall’omicidio di George Floyd non hanno impedito che si verificassero tali barbarie. La polizia di tutto il paese è perfettamente consapevole della pubblicità di tali eventi; eppure perché si continua a agire in tal modo? La risposta è che il comportamento della polizia in azione è soggetto a forze emotive, come quelle che descrivo in questo saggio. È nell’interesse della polizia, e di ciascuno, che vi sia chiara consapevolezza dei profili socio-psicologici in atto e della loro pericolosità.

The fatal beating of a young black man, Tyre Nichols, by a group of police officers in Memphis, USA on January 7, 2023 shows the same patterns as other police atrocities. Highly publicized trials and convictions of officers since the George Floyd killing have not stopped such atrocities from happening. Police throughout the country are acutely aware of the publicity; yet why do they keep on doing it?  The answer is that the behavior of police in action is subject to emotional forces, like the ones I outline in this essay. It is in the interest of police, and everybody else, that these social-psychological dangers should be very high in their awareness.

Criminalità organizzata e green economy: l’ombra nera sull’economia verde

di Giovanna Palermo

La criminalità organizzata di stampo mafioso è sempre stata pronta a cogliere le opportunità di accrescere il suo potere. E, così, di fronte alle nuove domande provenienti dai mercati, le mafie si sono, progressivamente, trasformate da associazioni che controllano territori a grandi imprese economiche. Col tempo, pertanto, hanno allentato sempre più  i vincoli ideologici e (dis)valoriali su cui erano nate, per concentrarsi sull’accumulo di capitali, attraverso attività sempre più complesse e professionali, legate non solo ai classici  traffici criminali, ma al reinvestimento dei ricavi illeciti in imprese legali. Così le mafie  sono entrate nel business della green economy, che rappresenta il settore che meglio ha saputo contrastare la crisi economica globale.

Mafia-style organized crime has always been quick to seize opportunities to increase its power. And thus, faced with the new demands coming from the markets, the mafias have progressively transformed themselves from associations that control territories to large economic enterprises. Over time, therefore, they have increasingly loosened the ideological and (dis)value constraints on which they were born, to focus on the accumulation of capital, through increasingly complex and professional activities, linked not only to classic criminal trafficking,but to the reinvestment of the illicit proceeds in legal enterprises. Thus the mafias have entered the business of the green economy, which represents the sector that has best known how to counter the global economic crisis.

Il “Sistema mondo” tra riduzionismo socio-culturale e complessità epistemologica

di Michele Lanna

L’articolo approfondisce il paradigma storico e politico-sociologico d’ispirazione marxista del “Sistema mondo”, affermatosi a partire dagli anni Ottanta, che costituisce uno sviluppo della “Teoria della dipendenza”, che si proponeva di studiare fenomeni come l’economia globale, la nascita e la polarizzazione geografica del capitalismo e il predominio occidentale nel mondo. L’autore evidenzia come le raffinate intuizioni, elaborate dalla “teoria della dipendenza” e da quella “sistema mondo”, abbiano preparato il campo alla riflessione economica, sociologica e politologica degli ultimi trent’anni che, soprattutto in Europa ed in Nord America, ha riguardato la “globalizzazione”. Ne consegue l’esigenza d’interpretare adeguatamente una realtà che si è intimamente trasformata, divenendo sempre più complessa e che vede una radicale alterazione della dimensione spaziale e temporale in cui i fenomeni sociali si dispiegano. L’uomo sembra, però, aver perso le chiavi di lettura degli eventi e le password per decodificare l’esistenza, vittima di un’estrema complessità epistemologica.

The paper explores the Marxist-inspired historical and political-sociological paradigm of the “World System”, established since the 1980s, which constitutes a development of the “Theory of dependency”, which aimed to study phenomena such as the global economy, the birth and geographical polarization of capitalism and Western dominance in the world. The author highlights how the refined intuitions, elaborated by the “dependency theory” and by the “world system theory”, have prepared the field for the economic, sociological and political science reflection of the last thirty years which, especially in Europe and North America, concerned “globalization”. Hence the need to adequately interpret a reality that has been intimately transformed, becoming increasingly complex and which sees a radical alteration of the spatial and temporal dimension in which social phenomena unfold. However, man seems to have lost the keys to understanding events and the passwords to decode existence, a victim of extreme epistemological complexity.

Il diritto e la sua applicazione investigativo-giudiziaria nell’analisi dei fenomeni mafiosi

di Michelangelo Pascali

Quali manifestazioni criminali, le mafie costituiscono un insieme particolare di fenomeni sociali divenuti rilevanti e tipizzati sul piano giuridico, con inerenti peculiarità e specificità. Il ripercorrere sociologicamente l’analisi sulle essenze mafiose richiede quindi una stabile assunzione delle considerazioni giuridicamente effettuate e degli attinenti materiali prodotti, a loro volta oggetti d’esame con caratteristiche proprie.

As criminal manifestations, the mafias constitute a particular set of social phenomena that have become relevant and typified on a legal level, with their peculiarities and specificities. The sociological retracing of the analysis on the mafia essences therefore requires a stable assumption of the considerations juridically carried out and of the inherent materials produced, which in turn are objects of research with their own characteristics.

Prevenire l’infiltrazione della criminalità organizzata nell’economia legale: il supporto degli strumenti offerti da Society 5.0 alla luce degli effetti della pandemia da Covid-19

di Pasquale Peluso

L’articolo si propone di analizzare la capacità di infiltrazione dei grandi gruppi criminali organizzati nei settori dell’economia legale inquinandola. La pandemia da Covid-19 ha evidenziato quanto le consorterie criminali organizzate siano in grado di individuare rapidamente i settori che possono garantire i maggiri guadagni sfruttando le lacune normative o i minori controlli dovuti allo stato di emergenza. Alla luce di quanto emerso dagli studi che hanno analizzato le attività criminali durante il periodo di emergenza pandemica l’articolo analizza se Society 5.0, attraverso i suoi principi ispiratori, possa offrire validi strumenti per contrastare le attività illegali svolte dalla criminalità organizzata ed il rischio di infiltrazione della stessa nell’economia legale.

The paper aims to analyse the ability of large organised crime to infiltrate sectors of the legal economy and pollute it. The Covid-19 pandemic has highlighted the extent to which organised crime are able to quickly identify the sectors that can guarantee the greatest gains by exploiting regulatory loopholes or reduced controls due to the state of emergency. In view of the results of studies that analysed criminal activities during the pandemic emergency period, the paper analyses whether Society 5.0, through its guiding principles, can offer valid tools to counter the illegal activities carried out by organised crime and the risk of its infiltration into the legal economy.

La querelle sul rapporto tra ideologia socialista e criminalità nella scuola positiva di antropologia e sociologia criminale

di Riccardo Campa

La scuola positiva di antropologia e sociologia criminale nasce con l’ambizioso obiettivo di scoprire le leggi scientifiche del delitto e di trovare mezzi efficaci per reprimerlo e prevenirlo. Gli esponenti della scuola, nonostante le tante dichiarazioni di intenti e l’accordo sulla metodologia da seguire, non trovano il consenso sulle classificazioni dei criminali e sui fattori criminogeni. Il dissenso tra gli studiosi dipende dal fatto che le teorie criminologiche sono inestricabilmente legate a ideologie politiche. In particolare, nasce un conflitto sul socialismo – la filosofia politica in fase d’ascesa nel XIX. È il socialismo, con i suoi richiami alla rivolta e alla rivoluzione, un fattore criminogeno, oppure è la soluzione al problema della criminalità? Le risposte a questa domanda fondamentale sono diametralmente opposte. Nell’articolo, saranno esaminate e messe a confronto le posizioni di Cesare Lombroso, Raffaele Garofalo, Enrico Ferri, Filippo Turati e Napoleone Colajanni.

The positive school of criminal anthropology and sociology was born with the ambitious goal of discovering the scientific laws of crime and finding effective means to repress and prevent it. The exponents of the school, despite the many declarations of intent and the agreement on the methodology to follow, do not find consensus on the classifications of criminals and on the criminogenic factors. The dissent among scholars depends on the fact that criminological theories are inextricably linked to political ideologies. In particular, a conflict arises over socialism – the political philosophy on the rise in the 19th century. Is socialism, with its calls to revolt and revolution, a criminogenic factor, or is it the solution to the problem of crime? The answers to this fundamental question are diametrically opposite. In the article, the positions of Cesare Lombroso, Raffaele Garofalo, Enrico Ferri, Filippo Turati and Napoleone Colajanni will be examined and compared.

Trasferimenti immobiliari per effetto di accordi di separazione e divorzio: profili problematici per la circolazione giuridica

di Roberta Catalano

Uno dei temi più discussi della civilistica moderna è senz’altro quello dei trasferimenti immobiliari attuati per effetto di accordi conclusi dai coniugi nel quadro delle procedure di separazione e divorzio. La recente pronuncia delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione n. 21761 del 29 luglio 2021, e l’art. 573 bis.51 inserito nel Codice di proceduta civile ad opera della cd. Riforma Cartabia, non sono riusciti a comporre tutti i contrasti. Inoltre, tale decisione ha imposto all’attenzione degli interpreti ulteriori interrogativi meritevoli di attenta riflessione. Tra questi si segnalano i problemi connessi alla più frequente immissione nella circolazione giuridica di atti di trasferimento immobiliare che, essendo realizzati senza l’intervento di un tecnico esperto qual è il notaio, possono recare errori od omissioni invalidanti. Questo scritto mira appunto ad affrontare tali problemi, provando a proporre al riguardo delle soluzioni.

One of the most discussed issues of modern civil law is undoubtedly that of real estate transfers implemented as a result of agreements concluded by the spouses in the context of separation and divorce procedures. The recent ruling of the United Sections of the Court of Cassation no. 21761 of 29 July 2021, and art. 573 bis.51 insert in the Codeof civil procedure by the so called Cartabia reforma, failed to compose all the contrasts. In addition, this decision imposed further questions worthy of careful consideration to the attention of the interpreters. Among these are the problems associated with the more frequent entry into the legal circulation of deeds of real estate transfer which, being carried out without the intervention of an expert technician such as the notary, can lead to invalidating errors or omissions. This paper aims precisely to address these problems, trying to propose solutions in this regard.

Cambiamento climatico, transizione energetica e conflittualità

di Simone Pasquazzi

Il cambiamento climatico è senza dubbio uno dei fenomeni più studiati e dibattuti del nostro tempo, comportando effetti assai significativi sull’ambiente e sulle comunità vegetali, animali ed umane del pianeta. Fra questi effetti vi sono non solo gravi danni legati alla dimensione atmosferica, alla superficie terrestre e alle acque di varie aree del globo, ma anche, di conseguenza, impatti negativi sulla disponibilità di spazi fisici e risorse naturali utili al sostentamento umano, ergo sull’economia e sulle relazioni fra Stati e al loro interno. In altri termini, secondo tale impostazione, i mutamenti climatici possono essere correlati con l’aumento dei rischi di conflittualità interna e internazionale. Anche per questo la transizione ecologica e quella energetica sono oggi ritenute, fra studiosi, policy makers e financo in ambienti militari, un percorso valido ed auspicabile per disinnescare, almeno in parte, i fenomeni di conflitto. Tuttavia, così come gli stessi mutamenti climatici possono comportare talvolta anche effetti economici favorevoli, è pur vero che ai processi di transizione in questione possono essere associate, soprattutto nel breve e medio periodo, dinamiche di competizione e conflittualità. Obiettivo del presente contributo è proprio quello di informare e riflettere, in chiave critica e senza alcuna pretesa di esaustività, su questo tipo di correlazione, nell’opinione che ciò possa essere fertile sia per una maggiore comprensione di taluni fenomeni di conflitto, sia per stimolare spunti riflessivi in direzione di una gestione strategica e pragmatica della transizione ecologica-energetica.

Climate change is undoubtedly one of the most studied and debated issues of our time, bringing very significant effects on the environment and consequently on the plant, animal and human communities of the planet. Among such effects we see not only serious damage to the atmosphere and the earth’s surface and waters, but also negative impacts on the availability of physical spaces and natural resources. All this can consequently affect human sustenance, economic development and international relations, as well as domestic stability and peace within several countries. In other words, according to this approach, climate change can be correlated with an increase in the risk of social violence. Also for this reason, ecological and energy transitions are at least in part considered, among scholars, policy makers and even military officers, a valid and desirable path to decrease the risk of conflict. However, just as climate change can entail not only environmental degradation but in certain cases also positive economic impacts, energy transition could also bring, especially in the short to medium term, competition and conflicts as well. With no claim of being exhaustive, the aim of this article is precisely to inform and critically reflect on such correlation, believing this can be fertile to better understand certain conflicts and for a strategic and pragmatic management of the ecological transition.

Immagini del conflitto e paranoia politica nel Leviatano di Thomas Hobbes

di Giuseppe Maria Ambrosio

Il presente saggio intende valutare l’ipotesi che il Leviatano di Thomas Hobbes elabori un quadro politico di tipo essenzialmente paranoico, configurando l’alterità come evento perennemente conflittuale, tanto nello stato di natura (come costante pericolo di guerra) quanto nella societas politica (come timore del potere assoluto del sovrano). Dopo aver delineato le due categorie analitiche della “paranoia del potere” e del “potere della paranoia”, sarà precisato il concetto di “immaginario collettivo” nella specifica accezione utilizzata. Saranno quindi esaminati alcuni elementi-chiave del testo (l’immaginazione, l’alterità, il nemico, la sovranità). Sarà quindi proposta, anche attraverso una valutazione non antitetica del rapporto tra desiderio e ragione, l’opposta lettura di una costruzione politica delineata su basi compiutamente anti-paranoiche.

The following essay aims to evaluate the hypothesis that Thomas Hobbes’ Leviathan elaborates a political system grounded on a number of paranoid processes, in which “otherness” is imagined as a perennially conflicting event, both in the “state of nature” (as a constant danger of war) and in the political society (as fear of the absolute power of the sovereign). After having outlined the two analytical categories of the “paranoia of power” and the “power of paranoia”, the concept of “collective imaginary” will be clarified in its specific meaning. Some key elements of the text will then be examined (“imagination”, “otherness”, “enemy”, “sovereignty”). Therefore, on the basis of an exact evaluation of the relationship between desire and reason, the opposite reading of a political construction outlined on completely anti-paranoid bases will be proposed.

Rappresentazioni della devianza, complessità e disciplinamento sociale

di Federica Rauso

Il presente contributo vuole approfondire l’evoluzione di quelle forme di disciplinamento totale dell’esistenza individuale che, se in passato hanno trovato supporto nel sodalizio tra potere politico e sapere medico (si pensi al manicomio come “istituzione totale”), in epoca contemporanea e postmoderna si legano inevitabilmente allo sviluppo di nuove tecnologie e di nuovi sistemi di informazione e comunicazione in grado di condizionare le coscienze individuali.

The essay wants to analyze the evolution of the forms of social control of individual existence. In the past, they found support in the partnership between political power and medical knowledge (for example the asylum as a “total institution”), but in the contemporary and postmodern era they are inevitably linked to the development of new technologies and new information and communication systems able to influence individual consciences.

Dalla pace armata alla Pax Augusta. Quirinus e la guerra

di Sara Lucrezi

L’articolo esamina il rapporto, complesso e controverso, tra Quirinus e la guerra. Alcuni aspetti paiono infatti rimandare a una funzione guerriera del dio, che lo fa talvolta emulo e prosecutore (se non ‘rivale’) di Mars. Ma l’interpretazione in chiave bellicista non pare del tutto coerente con la prevalente natura civica e sociale del dio e, nella fase arcaica, Quirinus e Mars paiono intessere una relazione dialettica, legata alla rotazione stagionale di tempo militare e civile, e quindi all’alternanza milites/Quirites. Le cose cambiano in età augustea, quando, dopo lo sconvolgimento del conflitto civile, la pace assurge per la prima volta a valore universale, legato alla grandezza di Roma e del princeps. La Pax Romana o Augusta diventa una divinità centrale, celebrata in tutto l’impero, e il nuovo compito di Roma diventa quello di “pacis imponere morem”, di vegliare sulla conservazione di un “pacato orbe terrarum”, nel quale tutti gli spazi sarebbero uniti in armonia. Il fatto che le porte di Ianus-Quirinus siano state serrate per tre volte durante il principato di Augusto lascia presagire che presto lo saranno per sempre. Ma, affinché ciò possa accadere, è necessario che l’ordine trasmesso al popolo dallo stesso Quirinus, attraverso Iulius Proculus, sia raccolto ed eseguito: creare ed imporre dovunque la pace, con la forza delle armi. Quirinus, in questa nuove temperie ideologica, non sarà più quindi il “Marte tranquillo”, il dio della “pace armata” o della guerra sospesa, ma il “dio armato” incaricato di realizzare e preservare la pax Augusta.

The essay is focused to the ambiguous and controversial relationship between the god Quirinus and the war. For some aspects, it seems that the god assume a fighting function, as a prosecution or an imitation of the god Mars. Anyway, this interpretation of the god as a symbol of the war does not seem entirely exhaustive and appear in contradiction with its civil and social nature. In the archaic period, it seems that between Quirinus and Mars a dialectic bond, connected with the alternation between military and civil season, and then between milites/Quirites, could exist. But this reality changes in Augustus era. After the troubled times of civil wars, peace becomes, for the first time, an universal value, linked to the greatness of Rome and its princeps. The Pax Romana (or Augusta) becomes a central and important goddess, celebrated everywhere in the empire. The new mission of Rome is to ensure the preservation of a “pacatus orbis terrarum”, in which all the places are united in a new harmonic system. The fact that the gates of Ianus-Quirinus were closed three times during Augustus principate suggests that they will soon be barred forever. But, to make this possible, it is necessary that the Romans obey the message given to them by the god, through Iulius Proculus: to spread peace everywhere through the force of arms. In this new ideological culture, Quirinus will not be anymore the “Mars tranquillus”, the god of the “armed peace”, but a new “armed god”, in charge of creating and preserving the pax Augusta.

 

Rivista Italiana di Conflittologia n. 46/2023