Rivista n. 37

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Natura/Voluntas. Il conflitto tra la tutela europea dell’identità personale e il diritto all’anonimato materno

di Federica Rauso

In un contesto internazionale in cui è ormai pacificamente affermata la rilevanza della conoscenza della storia familiare per una completa ricostruzione della propria identità, non sorprende che la scelta di alcuni ordinamenti europei di riconoscere il diritto all’anonimato materno abbia sollevato perplessità. Dall’analisi delle più rilevanti pronunce della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo e delle giurisdizioni interne, appaiono ammirevoli gli sforzi compiuti per ripensare l’istituto realizzando un bilanciamento tra gli interessi in conflitto. In assenza di un intervento legislativo in materia, infatti, la giurisprudenza ha tentato di colmare il vuoto normativo garan-tendo l’interesse dell’individuo a ricostruire la propria derivazione genetica, pur senza mortificare l’opposto diritto alla riservatezza della partoriente.

El liberalismo doctrinario y la tendencia a la centralizacion del estado en la España decimononica

di Sara Moreno Tejada

La ideología del liberalismo doctrinario, nacidaen la Francia postrevolucionaria ,caló fuertemente en el pensamiento de los estudiosos de la Ciencia de la Administración en España durante gran parte del siglo XIX. Ilustres como Pedro Sainz de Andino, Javier de Burgos, Agustín Silvela, Alejandro Oliván o Posada Herrera destacaron la necesidad de construir un Gobierno fuerte, rápido y eficaz, que ayudase al país a desarrollarse económica y socialmente. La consagración de este ideario tuvo lugar a partir de 1845, con el acceso al poder del partido moderado, cuyos representantes destinaron múltiples esfuerzos a finalizar con la descentralización administrativa existente hasta el momento y a garantizar una total independencia del Ejecutivo con respecto al Judicial.

Scenari conflittuali, guerra elettronica e minacce nel cyber-space: sfide strategiche e organizzative nei futuri ambienti di combattimento

di Francesca Castaldo

Nell’immaginare un conflitto moderno, molti converrebbero sul fatto che un tale conflitto verrebbe combattuto su tutte le possibili dimensioni. La NATO ha un’ampia e consolidata panoramica sulle minacce che potrebbe dover fronteggiare sulla terra, sul e sotto il mare, nell’aria e nello spazio, mentre solo recentemente il ciberspazio sta divenendo un’area focale di preminente interesse per i Paesi dell’Al-leanza. Questi ultimi continuano a sviluppare nuovi sistemi di armamento per operare nelle dimensioni note ma, sfortunatamente, le loro iniziative non hanno, in molti casi, riguardato e sviluppato la disciplina dell’Electronic Warfare. Così, un’intera generazione di militari professionisti è cresciuta senza pensare molto alle vulnerabilità insite nel ricorso operativo allo spettro elettromagnetico.

Scopo di questo articolo è sottolineare l’importanza critica della Guerra Elettronica e, in generale, delle incombenti minacce cibernetiche in un contesto globale caratterizzato da rapidi progressi tecnologici, e di mostrarne le implicazioni e le sfide organizzative e strategiche, che si estendono dal mondo militare a quello civile ed industriale.

Per seguire la tecnologia mutevole è necessario, in particolare, sviluppare approcci nuovi, finalizzati a mitigare le conseguenze dei cyber attacks. A livello aziendale, oltre che naturalmente governativo-istituzionale, o per ogni organizzazione complessa, sta diventando sempre più imprescindibile investire sullo sviluppo tecnologico tanto quanto su quello normativo e sul parallelo mutamento culturale, tutti necessari ad aumentare la resilienza cibernetica in un contesto di evoluzione, o di passaggio,dallacyberdefense alla cyber resilience.

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